About

Man with his ideas, his experiences, his history, his feelings, moves through space and organises it. In this process of 'orientation' and 'structuring' of place he builds forms, which occupy spaces. Architecture, decoration, design are born to occupy spaces, to contain ideas, history and feelings of humans. The objects, the handmade utensils deliver us his ideas. They are spaces, well-designed and thought-out places. They are a reflection of the relationship between thought and nature. When one overpowers the other, there is chaos. And it is the exploration of this balance that is at the heart of Alborghetti's work, the encounter between the world of these things, or rather of human thought taking shape, and their juxtaposition in the abstract pictorial world, a reminder of the concretual human thought that drove them into being and design. A playful world made of renewed shapes/lines that recall the universe of the human while remaining in the abstract to bring us back to the more emotional and spiritual dimension that has always accompanied us. She loves her work because it tells of a vision, true, pure, common to all humanity. She sees it, she feels it, she deeply experiences the stratification of life's experiences, she embraces it and brings it to life.

The artist often places objects that she finds or that bring her to a space/place in this way. They, which are already by nature, a reflection of 'a place of thinking', become living objects again on the shelf, in the box, drawn on paper or painted on canvas. Everything in her work has to do with a phenomenon of re-enactment. These 'ghosts' once evoked come alive with a vitality of their own, designed to look at us and not to be looked at. Painting has to do with living forms. Sometimes one has to dig for a long time to find them buried under piles of earth or together with other objects. A kind of rituals that Alborghetti identifies as 'life processes' and which play a fundamental role in her work, are part of everyday life. She accumulates, collects, arranges, observes, even reuses waste material generated by previous works. Encounters are made between ideas and materials from the past with new ones. Other worlds generated by the cycle of life and death. It is the reappropriation, relocation and incumbency of presences in search of a new identity that coexist on her painted surfaces.




L'uomo con le sue idee, le sue esperienze, la sua storia, I suoi sentimenti, si muove nello spazio e lo organizza. In questo processo di “orientamento” e “strutturazione” del luogo egli costruisce forme, che occupano spazi. Architettura, decorazione, design nascono per occupare spazi, contenere le idee, la storia e I sentimenti dell'uomo. Gli oggetti, gli utensili fatti a mano ci consegnano le sue idee che furono. Essi sono spazi, luoghi ben disegnati e pensati. Sono il riflesso del rapporto tra il pensiero e la natura. Quando uno sovrasta l'altro, c'è il caos. Ed è l'esplorazione di questo equilibrio il fulcro del lavoro di Alborghetti, l'incontro tra il mondo di queste cose, ovvero del pensiero umano che prende forma e la loro giustapposizione nel mondo pittorico astratto, a ricordare il pensiero umano concettuale che li ha spinti alla loro nascita e progettazione. Un mondo giocoso fatto da rinnovate forme/linee che ricordano l'universo dell'umano pur rimanendo nell'astratto per riportarci alla dimensione più emozionale e spirituale che da sempre ci accompagna. Ama il suo lavoro, perché cosi racconta di una visione, vera, pura, comune a tutta l'umanità. Vede, sente, vive in modo profondo la stratificazione di esperienze della vita, l'abbraccia e la porta in vita nei suoi lavori.

L'artista spesso colloca così oggetti che trova o che la portano in uno spazio/luogo. Loro, che sono già per natura, un riflesso di “un luogo del pensare”, tornano ad essere oggetti vivi sullo scaffale, nella scatola, disegnati sulla carta o dipinti su tela .Nel suo lavoro tutto ha a che fare con un fenomeno di rievocazione. Questi “fantasmi” una volta evocati si animano di una vitalità propria, concepiti per guardarci e non per essere guardati. La pittura ha a che fare con forme vive. A volte bisogna scavare a lungo per ritrovarle sepolte sotto mucchi di terra o assieme ad altri oggetti. Una sorta di rituali che Alborghetti identifica come “processi vitali” e che hanno un ruolo fondamentale nel suo lavoro, fanno parte del quotidiano. Accumula, raccoglie, sistema, osserva, riutilizza anche materiale di scarto generato da lavori precedenti. Si attuano incontri tra idee e materiali del passato con nuovi. Altri mondi generati dal ciclo di vita e morte. Sono la riappropriazione, la ricollocazione e l'incombenza di presenze alla ricerca di una nuova identità a convivere sulle sue superfici pittoriche.